Il dottor Gianluca Melegati spiega come affrontare la lombosciatalgia e come non farci condizionare.
Il dottor Gianluca Melegati dà qualche utile consiglio sul più comune dei problemi muscolo scheletrici, che con l’arrivo dei primi freddi e delle piogge autunnali diventa un vero e proprio male di stagione: la lombosciatalgia. Il medico chirurgo, specialista in Terapia Fisica, Riabilitazione e Medicina dello Sport, cofondatore di Physioclinic, spiega come affrontarla e come non farci condizionare.
Dottore, quali sono i fattori di rischio della lombosciatalgia?
La lombalgia può essere molto invalidante, e la limitazione dell’autonomia che provoca si ripercuote sulla vita di relazione, sul lavoro e sugli affetti. Certamente le posture prolungate e scorrette possono peggiorare un quadro di lombosciatalgia, ma la causa scatenante è in genere da ricercare in una disfunzione del disco intervertebrale, erniato o protruso, con conseguente irritazione di una radice nervosa. Un’altra causa può essere una situazione di instabilità vertebrale, come nel caso di una spondilolistesi, ovvero lo scivolamento di una vertebra rispetto ad un’altra, che può favorire lo stiramento del nervo sciatico.
Il rischio di incorrere nella lombosciatalgia è aumentato in persone sedentarie, magari con un passato sportivo, interrotto bruscamente per problemi famigliari o di lavoro, in persone sovrappeso, che trascorrono molte ore al computer o in viaggio, e soprattutto in persone che hanno già avuto in passato un episodio sciatalgico. Ma anche persone che hanno perso peso in modo molto rapido, magari grazie a diete non ben bilanciate, e persone reduci da un periodo febbrile da influenza stagionale possono incorrere in episodi di lombosciatalgia acuta.
Nei casi più acuti è prevista la somministrazione di farmaci. Ma poi?
I farmaci giocano un ruolo molto importante nella risoluzione della fase acuta. L’approccio iniziale è consigliato con FANS, farmaci antiinfiammatori non steroidei, assunti per os oppure per via intramuscolare, in questo caso associati ad un miorilassante, per poi passare rapidamente nel giro di 2, 3 giorni, in caso di non risoluzione dei sintomi, a cortisonici assunti per via intramuscolare (associare sempre un gastroprotettore ed un farmaco antidolorifico, da assumere al bisogno). Se la risoluzione della fase acuta non avviene in 4-5 giorni allora è bene approfondire il quadro clinico con una risonanza magnetica nucleare, in grado di evidenziare eventuale presenza di ernie discali.
Una volta attenuati i sintomi è necessario programmare il trattamento fisiokinesiterapico, che risulta essere l’unica strada verso la remissione completa dei sintomi ed il ritorno alla guarigione e quindi ad una vita normale. La fase della fisioterapia risulta in sostanza imprescindibile dal completo recupero funzionale.
Tecniche posturali, metodiche manuali di recupero del controllo della muscolatura del tronco, tecniche appropriate di massaggio manuale, utilizzo delle più attuali terapie fisiche, come la TECARterapia, trattamento osteopatico o manovre chiropratiche quando vi è la indicazione, se ben bilanciate, sono in grado di risolvere il problema nella grande maggioranza dei casi.
Due o tre consigli generali da prendere sul serio per affrontare l’autunno senza il rischio di bloccarsi….
Innanzitutto migliorare la nostra postazione di lavoro: se possibile utilizzare una sedia con supporto lombare, con braccioli e possibilmente girevole. Cambiare spesso posizione durante il lavoro e non rimanere seduti per più di 30-40’ consecutivamente: è bene alzarsi e fare due semplici passi e poi tornare a sedersi. Abituarsi ad utilizzare l’auto solo quando strettamente necessario. Camminare di più: almeno 30’ al giorno. Abituarsi a fare le scale rinunciando all’ascensore è una buona norma per riattivare il nostro apparato locomotore, magari un po’ arrugginito.
Iniziare la giornata con 2 semplici esercizi prima di scendere dal letto: addominali e ginocchia al petto. Da supino con le ginocchia flesse a 90° incrociare le braccia sul petto e salire con il tronco di pochi centimetri, in modo da non sentire il contatto del materasso con la parte alta della schiena: rimanere in posizione per 5” e tornare giù. Ripetere per 10 volte. Poi sempre in posizione supina, afferrare entrambe le ginocchia con le mani e tirarle al petto mantenendo la posizione per 5”, poi tornare giù. Ripetere per 10 volte. Poi scendere dal letto ed iniziare la giornata. E in ultimo: bere almeno 1,5-2 litri d’acqua al giorno. Apparentemente questo consiglio non trova correlazione con la lombosciatalgia. In realtà il mantenimento di una corretta idratazione permette ai nostri muscoli di lavorare meglio, anche a quei muscoli che sostengono la nostra colonna lombare: senza il loro sostegno la nostra schiena è a rischio di lombalgia!